La musica. Non riesco a non apprezzare ciò che ha detto Steve Martin: «Parlare di musica è come danzare di architettura».Puoi discutere sui testi, sulle intenzioni di partenza,ma non riuscirai mai a capire tutto. Perché l'arte è spesso prodotto dell'inconscio e molte volte tu stessa non sai quello che fai. Tra le tante definizioni che i media e la gente mi hanno dato apprezzo quella di cantastorie, ma il termine più adatto potrebbe essere trainsurgeon', neurochirurgo.
L'armonia degli opposti. Mi piace presentare nello stesso brano punti di vista differenti, a volte diametralmente opposti. Ho scritto Kokoku pensando a una scena di un libro di James Joyce in cui una donna, osservandone un'altra seduta sulla spiaggia, ne commenta positivamente l'abbigliamento. E, dalla direzione opposta, proviene un uomo che si domanda, a proposito della donna seduta, 'chi sia quell'orribile rospo'. Oppure mi piace mescolare realtà e finzione, incubo e sogno. Ho collaborato con un talento dell'avanguardia viennese, Valie Exploit, a un film che nasce dalla considerazione, apparentemente banale, di come una città possa influenzare i rapporti tra uomini e donne, coinvolgerli in un misto di comicità e paura. Lo spunto per il brano Coolsville è stata New York, una città dove la gente vive al contrario di come vorrebbe, desidera esattamente il contrario di ciò che finge di volere, lavora duramente dicendo che presto cambierà vita, oppure senza sapere cosa davvero vuole. Per questo canto:«Nel tuo sogno ci sono due voci: una dice 'io brucio', l'altra dice 'tu sogni di bruciare'; una dice 'io parlo', l'altra dice 'tu sogni di parlare'».
L'avanguardia. Avanguardia è una parola subdola, ingannevole, traditrice. New York, culla dell'avanguardia, oggi pullula di studenti frustrati che frequentano le gallerie d'arte alternativa e i circuiti underground. Dopo un po' capiscono di non possedere il talento, o anche solo la pazienza, per emergere in quell'ambiente, e trovano lavoro nelle agenzie pubblicitarie. Ma restanno nel giro, così ogni piccola intuizione della vera avanguardia diventa in una settimana uno spot pubblicitario. In questo modo gli studenti frustrati si guadagnano l'appellativo di 'creativi'. Chi fa avanguardia non lavora in laboratorio, ma pensa d'avanguardia. Pensiamo ai nostri cinque sensi. Vedere, ascoltare e pensare sono parte di una stessa esperienza. Se tieni queste cose distinte nel processo creativo, il risultato mancherà di spontaneità. E per essere originali non è necessario conoscere tutto alla perfezione. Io non sono una grande strumentista. Il suono dovrebbe nascere solo da te stesso e quindi solo tu puoi sapere come realizzarlo. Che il modo sia giusto o sbagliato poco importa. Una volta, in studio, ho prodotto un suono e ho chiesto se qualcuno era in grado di riprodurlo uguale. E dal fondo della sala mi è arrivato lo stesso, identico suono. Qualcuno aveva capito esattamente quello che avevo chiesto. Gli ho urlato: “Dove sei? Fatti vedere. Vuoi sposarmi?” ed è uscito fuori un musicista sudafricano. Ecco cos'è la musica: fare qualcosa, poco importa come, e credere che da qualche parte esista almeno un'altra persona sintonizzata sulla tua stessa lunghezza d'onda. Esistono linguaggi che paiono incomprensibili a tutti, ma non lo sono. In famiglia eravamo tutti appassionati del linguaggio. Ero la seconda di otto fratelli e ricordo che i gemelli, quando avevano sei anni, usavano una lingua tutta loro. Facevano persino canzoni in quella lingua. Era una specie di telepatia verbale.
In prospettiva. L'ultima volta che sono stata ad Amsterdam ero ospite di un astronauta che è stato a lungo in orbita con alcuni tecnici e, al ritorno, si era reso conto, al pari dei suoi compagni, che non era più la stessa persona. Mi diceva: “Non mi ero mai reso conto di cosa significasse veramente il termine rotondo fino a quando non ho visto quanto era rotonda la terra dallo spazio”. Aveva visto le cose in prospettiva diversa. Io adoro quando il mio lavoro, e quello degli artisti che ammiro, possiede una prospettiva. Perché riesci a valutare meglio quando ti allontani da ciò che hai fatto e ti guardi indietro.
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