Paint It Black, nella sua struttura originale, era considerevolmente più ritmico e funky. Quel che accadde fu che, durante l'intervallo di una session, Bill Wyman scivolò dietro ad un organo Hammond improvvisando una parodia del loro vecchio impresario Eric Easton, che un tempo era stato un organista professionista. Subito Charlie Watts raccolse il ritmo elaborando quel tipico, rigidissimo off-beat che faceva d'accompagnamento alle danzatrici d'harem in scadenti pellicole hollywoodiane; Brian strimpellò la linea melodica sul sitar e da simili bizzarrie nacque l'arrangiamento. Jagger vi adopera due tipi di voce, canta i primi due versi in una cupa ed impassibile tonalità e poi ruggisce il resto della strofa nel suo più celebre strillo sguaiato.
Basta colori da adesso, voglio che sia tutto nero
Vedo le ragazze passare con i loro vestiti estivi
Devo voltarmi fino a quando l’oscurità non se ne va
Vedo una fila di macchine e sono tutte dipinte di nere
Con i fiori ed il mio amore entrambi non torneranno più
Vedo gente che gira la testa e rapidamente distoglie lo sguardo
Come un bambino appena nato, è una cosa che succede ogni giorno
Guardo dento di me e vedo che il mio cuore è nero
Vedo la mia porta rossa devo averla dipinta di nero
Forse scomparirò e non dovrò affrontare la realtà
Non è facile affrontarla quando tutto il tuo mondo è nero
Il mio mare verde non diventerà più blu intenso
Non potevo prevedere che questa cosa ti succedesse anche a te
Se guardi bene nel sole che tramonta
Il mio amore riderà con me prima che arrivi il mattino
Vedo una porta rossa e la voglio dipingere di nero
Basta colori da adesso, voglio che sia tutto nero
Vedo le ragazze passare con i loro vestiti estivi
Devo voltarmi fino a quando l’oscurità non se ne va
Voglio vedere tutto dipinto di nero
Nero come la notte, nero come il carbone
Voglio vedere il sole spazzato via dal cielo
Voglio vedere tutto nero nero nero
Yeah!
Nel febbraio del 1963, Giorgio Gomelsky si accorge di Jagger e compagni e li ingaggia per uno stage di otto mesi nel suo locale di Richmond, il Crawdaddy, dove i Rolling Stones fanno pratica ripetendo alla noia i blues più classici. Andrew Loog Oldham, scaltro manager londinese, nota il complesso e lo strappa a Gomelsky, decidendo di imporre i cinque come antagonisti dei Beatles. Carica quindi le tinte "sporche" e forti della musica Stones, conia frasi a effetto come "lascereste che vostra sorella uscisse con uno Stone?" Nel giugno del 1963 esce il primo 45 giri della formazione, Come On un pezzo di Chuck Berry, per l’etichetta musicale Decca. Il pezzo ha fortuna come il seguente, I Wanna Be Your Man, che porta la firma dei "rivali" Lennon & Mc Cartney. Ci vorrà tempo prima che Jagger e Richard acquistino identità anche sotto il profilo compositivo; primo brano scritto dal duo sarà Tell Me, sul Lp THE ROLLING STONES. Dopo una cover di Buddy Holly Not Fade Away, nel giugno del 1964 gli Stones ottengono finalmente il primo posto al vertice della classifica della loro carriera con It's All Over Now di Bobby Womack. Il brano è registrato ai famosi Chess Studios di Chicago, a conferma del legame esistente tra gli Stones e il blues delle origini. Il traguardo del primo posto in classifica sarà tagliato nei mesi successivi anche da Little Red Rooster, The Last Time, Get Off My Cloud e Satisfaction, forse l'inno più celebre del complesso. Sul fronte dei concerti, le "Pietre Rotolanti" sono ormai un gruppo da "tutto esaurito", di qua e di la dell'Oceano. La straordinaria presenza scenica di Jagger maschera certe imperfezioni stilistiche. Con AFTERMATH, gli Stones pubblicano il loro primo album interamente originale. Tra i brani si segnala, per la sua lunghezza, Goin' Home (undici minuti). I singoli sono comunque il formato preferito degli Stones. Un altro brano famoso del periodo è Paint It Black, che introduce nuovi colori strumentali con l'uso del sitar.
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