Non conosciamo altra bellezza, altra festa che quella che distrugge l'abuso delle banalità quotidiane e dei sentimenti truccati, basterebbe un colpo di vento per trasformare questo delirio permesso nel più grande incendio che la storia conosca.
Pianta erbacea annuale/biennale alta 30-70 cm; fusto più o meno peloso con peli tesi, bianchi; foglie pennatopartite o bipennatopartite, le radiali pubescenti; fiori solitari, peduncoli e sepali setolosi, petali rotondeggianti, o più larghi che lunghi, rossi, con larga macchia nera alla base; frutto come capsula a trottola, secco, poricida, con le cavità dei carpelli che comunicano tra loro al centro; semi molto piccoli, grigi. Fiorisce da marzo a giugno. Cresce in campi, colture, incolti, ambienti ruderali e semi-ruderali, presso rive, corsi d'acqua, greti e in coltivi utilitari e ornamentali (parchi, giardini e viali) (0-1900 m). Comune. Gli antichi Assiri lo chiamavano ukushrim o irrh, e forse era usato in sostituzione dell'oppio, mentre il Papaver rhoeas oblongatum di Cipro era consacrato ad Afrodite. Rientrerebbe tra i componenti delle preparazioni delle streghe europee, soprattutto unguenti. In alcune zone della Spagna, quando è tenero, prima della fioritura, si mangia in insalata insieme ad altre erbe o lattuga. Quest'uso culinario sembrerebbe avere origini molto antiche. Dioscotide consigliava di cuocerne alcune capsule nel vino, come ipnotico, e di assumerne i semi in idromele per rilasciare leggermente il ventre. In passato, ma in alcuni casi ancora oggi, i petali e le capsule si impiegavano contro la tosse e per favorire il sonno in bambini e anziani. Contro tosse, catarro polmonare e bronchite, si usava una tisana o sciroppo preparati con i petali, oppure una tisana con fiori di malva, piede di gatto (Antennan'a dio/ca) e Tussilago Criessikso finfara) e petali di papavero comune. Nella fitoterapia moderna, si usa per insonnia (in persone delicate, bambini e anziani), tossi spasmodiche (pertosse, asma), bronchite, polmonite, pleurite, febbri eruttive, angine e infiammazione alle palpebre. Contiene gli alcaloidi rhoeadina (0,06 % nelle parti aeree), rhoeagenina, rhoemerina, isocorydina, berberina, protopina e altri. Il contenuto alcaloideo totale pari a 0,11-0,12%. Non sono presenti alcaloidi dell'oppio. Effetti: Sedativa, leggermente narcotica.
Il polmone è una sacca di globuli. Ogni globulo si divide in alveoli, in diretta corrispondenza con i bronchi. Un globulo imita l’intero polmone di una rana. La superficie interna, liscia, è tappezzata da una rete di capillari sanguigni. Di modo che il polmone disteso, stirato, ricoprirebbe duecento metri quadrati. Avete letto bene. Il fumo impregna dunque in un colpo solo centocinquanta metri quadrati di superficie polmonare. La massa sanguigna polmonare, che ha uno spessore di soli sette millesimi di millimetro, rappresenta un litro di sangue. Data la velocità della circolazione polmonare si può immaginare la massa di sangue che attraversa l’apparato respiratorio. Da qui gli effetti istantanei dell’oppio sul fumatore. Il fumatore sale lentamente come una mongolfiera, lentamente si rigira e lentamente ricade su una morta luna che con la sua debole attrazione gli impedisce di ripartire. Che si alzi, che parli, che si muova, che sia socievole, che in apparenza viva, gesti, andatura, pelle, sguardi, parola, tutto rifletterà una vita sottomessa e leggi diverse per pallore e peso. Il viaggio inverso avrà luogo a suo rischio e pericolo. Il fumatore paga in anticipo il riscatto. L’oppio lo lascerà si andare, ma il ritorno è senza incanto. Una volta tornato sul suo pianeta, ne conserva la nostalgia.
The Shocking Blue è stato un gruppo rock olandese formatosi a L'Aia nel 1967. La band ha avuto un certo numero di successi rock psichedelici durante l' era dei movimenti della controcultura durante gli anni '60 e l'inizio degli anni '70 , tra cui " Send Me a Postcard ", " Love Buzz " e " Venus ". Sul finire del 1969 esplode nel mondo la bomba Venus. Sarà il disco olandese più venduto in assoluti. Gli Shocking Blue sono caratterizzati dalla voce di Mariska Veres, una ragazza tedesco ungherese. La canzone, incisa con un registratore a due piste, è 3° in Olan riporteranno Venus al verice nella classifica americana.da. Poi arriva 1° in Francia,Italia, Spagna, Germania ed entra nella classifica americana, dove sarà al 1° posto il 7 febbraio 1970. Robby Van Leewen, l’autore, non riuscirà più a scrivere un altro pezzo come questo. La sua depressione porterà allo scioglimento il gruppo Nel 1986 le Bananarama. Una dea in cima ad un monte Bruciava come una fiamma argentea Il massimo di bellezza e amore E Venere era il suo nome Lei ha quel non so che Eh già, tesoro, lei ha quel non so che Dunque io sono la tua Venere Sono la tua vampa , al tuo volere Dunque io sono la tua Venere Sono la tua vampa, al tuo volere Le sue armi erano I suoi occhi cristallini Che facevano impazzire ogni uomo Scura come una notte buia aveva Ciò che nessun altra possedeva Wow! Lei ha quel non so che Eh, già, tesoro lei ha quel non so che Dunque, io sono la tua Venere Sono la tua vampa, al tuo volere.
Il film documenta la situazione politica,sociale, culturale presente in Argentina e in tutta l'America Latina negli anni Sessanta. Si denunciano le sopraffazioni determinate dall'imposizione della cultura coloniale alla popolazione autoctona, lo sfruttamento che è conseguenza della dipendenza economica e politica dall'imperialismo americano. Oltre alla parte che abbiamo potuto vedere in Italia (Neocolonialismo e violenza), l'opera comprende altre due parti (Atto per la liberazione e Violenza e liberazione) dove si fa più esplicito l'incitamento alla rivoluzione. Gli autori prevedono che durante la proiezione il film sia interrotto in determinati momenti per inserirvi dibattiti fra il pubblico e che sotto lo schermo compaia per tutto il tempo uno striscione recante una frase di Fanon: “Ogni spettatore è un vigliacco o un traditore..”
Per la continuità e l'approfondimento di un tipo di cinema come L'ora dei forni, ai margini del sistema e contro il sistema, è necessaria in ogni caso una notevole capacità di invenzione prima che di mimesi. Prima della realizzazione del film la realtà era una; oggi, per noi, e intendiamo per la nostra cinematografia, comincia a essere altra. Il film è servito da elemento polarizzatore, risolutore, provocatore, ha radicalizzato posizioni, determinato schieramenti, in tal modo assolvendo il suo programma d'azione. Ciò nonostante il sistema non si inganna; questo tentativo lo indurrà, già lo sta facendo, a seguire da vicino non soltanto L'ora dei forni ma qualsiasi altro film che si inscriva nella medesima ricerca. Questo ci porta nuovamente a quella domanda che molti vanno ponendosi: sarà possibile proseguire per questa via? A tale domanda pensiamo sia confacente una sola risposta: "lo crediamo necessario". A partire da qui "la ricerca delle possibilità", la sfida verso gli altri e verso noi stessi. (Fernando E. Solanas, Octavio Getino, “Cine, cultura y decolonización”, Siglo Veintiuno Argentina editores s.a., Buenos Aires 1973)
Un film che mena un colpo decisivo al neocolonialismo e alla colonizzazione culturale, fenomeno complementare che si osserva nei paesi dove la politica è nelle mani degli imperialisti. L'importanza politica de L'ora dei forni è pari all'importanza delle innovazioni tecniche. Solanas si oppone con vigore al cinema di finzione e propone un cinema d'investigazione che suscita la riflessione. In breve, un cinema utile. (N. Touazi e A. Hamid, in “El Moudjahid”, Algeri, 10 agosto 1969)