lunedì 7 gennaio 2019

GRAND HOTEL di Edmund Goulding

Al Grand Hotel di Berlino alloggiano vari personaggi: la ballerina Grusinskaja ormai alla fine della sua carriera; il barone Von Gaigern, rovinato finanziariamente; il modesto impiegato Kringelein che spende i propri risparmi sapendo di dover morire presto; il ricco finanziere Preysing che cerca di sedurre la bella stenografa Flaemmchen. Von Gaigern, per impadronirsi di alcuni gioielli, si introduce nell'appartamento della ballerina, la salva dal suicidio e se ne innamora; poi tenta di derubare Preysing. Il quale lo uccide,. Ignara del delitto, la Grusinskaja lascia l'albergo convinta che Von Gaigern la aspetti alla stazione.
L'ambiente ha una parte importantissima nel film, partecipa all'azione del dramma, le dà consistenza e tonalità, è l'immagine vivente di un mondo movimentato e turbolento. L'apparecchio da ripresa funziona come un osservatore qualunque: cammina, entra dalla porta dell'albergo, guarda, ascolta, osserva, segue l'azione attraverso le porte e gli ascensori di sala in sala. In questo modo ho potuto sviluppare l'intreccio e dargli tutte le caratteristiche specifiche della naturalezza che viene dal caso, come se lo spettatore entrasse egli stesso nell'ambiente r prendesse parte dell'azione.
(Edmund Goulding, in "L'eco del Cinema" n. 106, settembre 1932)
In questo film Greta Garbo ha compiuto qualcosa che pochi si aspettavano da lei. Ha adattato se stessa a un intreccio e ad un cast, e ha dato una interpretazione notevole proprio là dove il ruolo era opposto alla sua personalità. La donna cinguettante, sorridente, danzante nel tulle di un abito da ballerina, non è certamente il personaggio che Greta Garbo avrebbe voluto interpretare. Ma lo ha portato sullo schermo in modo perfetto.
(Vicki Baum in "Modern Screen", 1932)  

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