l’alba porta con sé il dolore della luce
di qualcuno che non vuole essere visto
una voce che deve essere nascosta
in un luogo
che non le appartiene
è un fiume o una brezza
o l’acqua che scorre e piange
di sé
che ti fa desiderare di essere libero ?
il canto proibito di un grillo
giace tra le rose
un vento aleggia intorno sussurrando di Che Guevara
e di Cavallo Pazzo
in un mattino di gelo
nel dolore del risveglio
il grido dell’umanità esce da sé
impossibile da fermare
come il gocciolio dell’acqua
come il pianto di un bambino
Le origini del gruppo vanno ricercate a Cambridge, non lontana dalla capitale, città natale di Roger Waters, Richard Wright e Nick Mason. I tre, tutti studenti di architettura a Londra, formano nel 1964 i Sigma 6, gruppetto di stampo universitario orientato verso il blues. Con l’aggiunta di Juliette Gale, cantante e futura moglie di Wright e, due chitarristi, Bob Close e Syd Barrett. Dopo la dipartita di Close e Gale, e dopo aver cambiato diverse volte il nome (T-Set, Screaming Abdabs, Abdabs); diventano i Pink Floyd dal nome di Pink Anderson e Floyd Council, due bluesmen americani con un posto importante nella collezione discografica di Barrett.
I Pink Floyd sono i sovrani incontrastati di questa ondata lisergica che invade l’Inghilterra passeggiando sul ritmo del beat. Nel loro suono c’è l’ebbrezza del nuovo, del mai provato, l’illusione di un viaggio oltre le stelle che spezza il cerchio del grigiore quotidiano regalando alla vita e alla mente la giusta dose di amore e magia. Il maestro di cerimonia è Syd Barrett, botanico finissimo, maestro della magia verde, mescolatore delle pillole colorate di marca Beatles con capsule prese dal listino degli Stones per creare aroma e luce.
Ottenuto un contratto con la EMI, i Pink Floyd pubblicano due 45 giri: Arnold Layne / Candy And A Current Bun e See Emily Play / The Scarecrow, due singoli che appaiono in classifica e fanno da apripista a uno dei più affascinanti lavori del nuovo rock inglese, THE PIPER AT THE GATES OF DAWN (agosto 1967).
Il primo LP del gruppo è uno dei dischi chiave dell’epoca. Dietro a un titolo preso da un classico della letteratura infantile (Il vento tra i salici) c’è lo spirito del1967, che anima di volta in volta lunghi strumentali, ballate stralunate, favolette acid pop, effetti spaziali e un inarrivabile lirismo psichedelico.
L’album si apre con quella che sarà ricordata come una delle maggiori canzoni psichedeliche della storia, ovvero Astronomy Domine: il segnale radio intermittente è una delle più grandi invenzioni del rock inglese degli anni Sessanta; chitarre che passano dal blues-rock a dilatazioni oniriche, percussioni tribali, tastiere a tratti dissonanti che avvolgono tutta l'atmosfera creando richiami spaziali, incursioni di voci filtrate come se provenissero da un'astronave, melodie vocali Mersey-beat distorte in maniera surreale, Mason e Wright inventano un nuovo stile di accompagnamento. Il brano dalle tinte ombrose ed oppressive narra l’amore del chitarrista per lo spazio, elemento che lo ha sempre affascinato, nonché un suo viaggio indotto dall’LSD (leggenda narra che Syd durante il trip portò con se un libro di astronomia per orientarsi). Musicalmente parlando la traccia si classifica immediatamente come innovativa sopra ogni forma immaginabile; i tetri accordi di Barrett e il martellante/pulsante basso di Waters catapultano l’ascoltatore tra le stelle e i pianeti.
Con Lucifer Sam, si vira su lidi leggermente più classici con le voci stile beat, la chitarra con sonorità blues-rock virata sul psichedelico; il brano parla del gatto di Syd, Rover, soprannominato Sam dal cantante stesso.
Matilda mother, vede Richard e Syd avvicendarsi al ruolo di narratori in una dolce e bellissima favola dove una mamma racconta una storia ad un bambino che vuole saperne sempre di più, attraverso la rilettura di polifonie vocali dei Beach Boys e dei Beatles, il tutto rifinito da Wright con le sue tastiere orientaleggianti.
Flaming è la perfetta dimostrazione di come le droghe abbiano avuto una grandissima importanza all’interno della stesura dei brani. La traccia in questione è una descrizione dei tanti stati mentali provati da Syd sotto l’effetto dell’LSD e delle allucinazioni provocategli. Ci ritroviamo così con un Barrett sdraiato su nuvole blu, a cavallo di unicorni e impegnato a nuotare tra le stelle. Musicalmente il brano è introdotto e contaminato da arrangiamenti goliardici e dissonanti a fiati e percussioni, mentre l'organo di Wright evoca un tappeto sonoro liturgico, e le chitarre unite al pianoforte concludono l'evoluzione in un irreale quadro onirico.
Pow R. Toch H è la prima traccia strumentale dell’album, con un’introduzione jazzata e con un mirabile assolo pianistico di Wright, presenta grandi sperimentazioni, come le urla e le risate presenti all’interno del brano di Barrett e Waters derivanti direttamente dall'estetica avanguardista di Edgard Varèse e John Cage. Il brano, sorretto ancora una volta dalle tastiere e dalla batteria, lascia molto spazio sia all’improvvisazione delle prime che alle distorsioni psichedeliche della chitarra di Syd.
Take up thy stethoscope and walk, unico brano composto dal solo Waters. Il pezzo presenta un comparto strumentale davvero fenomenale. Inizialmente tutto segue l’andatura della melodia vocale, con un esclusivo accompagnamento del basso; la chitarra di Syd fa la sua entrata solamente dopo la prima parte del testo per improvvisare un orgia di assoli chitarristici distorti e man mano fa la stessa cosa anche il basso epilettico di Roger, il tutto armonizzato dalle tastiere di Wright.
Quando si pensa alla musica psichedelica, cercando di identificarla in un solo pezzo, è innegabile dire che Interstellar Overdrive salta immediatamente alla mente come prima candidata. Il brano, che su disco raggiunge solo i nove minuti, nulla in confronto ai venti e più delle versioni live, si sviluppa in diversi livelli, nascendo dal cupo riff di chitarra di Barrett che da menestrello dissonante si trasforma in musicista cosmico per sfociare poi nella più totale improvvisazione, in cui ogni strumento suona un qualcosa a se stante, senza risultare mai fuori posto. Ogni strumento vibra libero e organico, deformato dalla intensità della rappresentazione. Il senso cosmico è dato dal bip-bip galattico della chitarra, dal pulsare magnetico del basso, dagli scoppi luminosi della batteria e soprattutto dalla rumorosità astronautica delle tastiere.
The gnome, una delle melodie più orecchiabili di Barrett, una fiaba classicheggiante che narra la storia di un popolo di gnomi chiamato Grimble Gromble e delle loro abitudini quotidiane,
Chapter 24, Tratto da dei frammenti del capitolo 24 di uno dei libri preferiti di Barrett, I Ching, conosciuto anche come il libro dei mutamenti, dove sono illustrati alcuni degli insegnamenti di vita del confucianesimo. Il brano regala forse le melodie più allegre, con le polifonie vocali che si stagliano su di un tappeto a metà tra la ninna nanna bucolica e l'esperimento avanguardista, basso che compie incursioni blues fugaci e massicci interventi delle tastiere che perfezionano uno stile di psycho-folk Canterburyano.
The scarecrow, uno scherzo dadaista, valorizzata dagli arpeggi folk, dagli archi e dagli arrangiamenti percussivi bizzarri, racconta la descrizione che un bambino potrebbe fare di uno spaventapasseri.
Bike, nell’ultimo pezzo della seconda facciata, la band sfoga la propria anima più freak e surreale, con una prima metà immersa nel vaudeville da fiera ambulante e una seconda metà di jam rumorista percussiva, con sirene, orologi a cucù, campanelli, grancasse, catene arrugginite, versi di animali.
"Il mio sistema non riconosce né l'utilità, né la possibilità stessa di una rivoluzione diversa da quella spontanea, popolare e sociale. Sono profondamente convinto che qualsiasi altra rivoluzione è disonesta, nociva e funesta per la libertà e per il popolo, perché riporta una nuova miseria e una nuova schiavitù per il popolo; inoltre, e questo è l'essenziale, qualsiasi altra rivoluzione è diventata impossibile, irrealizzabile e inattuabile. La centralizzazione e la civiltà progredita, le ferrovie, il telegrafo, i nuovi armamenti e la nuova organizzazione degli eserciti, la scienza dell'amministrazione in genere, cioè la scienza dell'assoggettamento e dello sfruttamento sistematico delle masse popolari, della repressione delle rivolte popolari e di qualsiasi altra rivolta, scienza così accuratamente elaborata, sperimentata con l'esperienza e perfezionata durante gli ultimi settantacinque anni di storia contemporanea - tutto ciò ha fornito attualmente allo Stato una potenza tanto grande che tutti i tentativi artificiali, segreti, di cospirazione al di fuori del popolo, come pure gli attacchi improvvisi, le sorprese e i colpi di mano, sono destinati a essere schiacciati da questa forza; lo Stato può essere vinto e abbattuto soltanto dalla rivoluzione spontanea, popolare e sociale."
Film documentario muto sulle grandi dighe di sbarramento olandesi (più tardi rimaneggiato e sonorizzato). Nella prima parte, immagini relative alla costruzione delle dighe; nella seconda, immagini relative al prosciugamento dello Zuiderzee.
Il documentario è l'espressione della realtà nel suo aspetto causale e inevitabile. Constato innanzitutto che il film documentario è il solo mezzo che resta al cineasta d'avanguardia per lottare contro la Grande Industria. Il cinema d'avanguardia è un cinema che tende a provocare l'interesse e la reazione dello spettatore. E chiamo cinema d'avanguardia il cinema che prende l'iniziativa del progresso e la mantiene alfiere della sincerità cinematografica. Il film documentario è il mezzo positivo lasciato al cineasta d'avanguardia per lavorare ed esprimere al meglio di se stesso in quanto portavoce dell'espressione della massa, dell'espressione popolare nella sua opera.
(Joris Ivens, in Robert Grelier, "Joris Ivens", Les Editeurs Francais Réunis, Parigi 1965)
Noi non abbiamo definito il formalismo letterario neanche dal punto di vista politico, il che vuol dire che non l'abbiamo definito affatto. Gli scrittori dell'avanguardia letteraria sono borghesi decadenti, punto e basta. Bisogna quindi lasciarli da parte e andare a scuola dai classici. Mai che si accenni al formalismo delle democrazie e dei fascismi. La disgregazione del racconto viene giudicata come pura e semplice disgregazione. Il montaggio, per esempio è considerato un contrassegno della décadence. Perché con esso si spezza l'unità e viene meno l'organicità! Naturalmente il montaggio sarebbe possibile studiarlo anche in concreto (per esdempio il film Zuiderzee di Ivens che mostra la conquista del suolo fertile e poi la contemporanea distruzione dei prodotti del suolo in altre regioni.
( Bertold Brecht, "Diario di lavoro", Einaudi, Torino 1976)