martedì 3 maggio 2016

PAISÀ di Roberto Rossellini

Seguendo l'avanzata dell'esercito alleato dalla Sicilia al Polesine, il film presenta sei momenti della vita italiana durante la guerra combattuta dai partigiani e dagli anglo-americani contro i nazifascisti. Gli episodi, girati in Sicilia a Napoli, Roma, Firenze, in Romagna e nel Delta padano, mostrano quale fosse il comportamento del popolo italiano in quel momento storico, nei confronti di un nemico spietato e di alleati che non sempre riuscivano a comprendere la realtà del Paese in cui combattevano.

Un film deve essere ben diretto, è il meno che si possa pretendere da un regista, ma una sola inquadratura non deve essere bella. L'unica cosa importante è il ritmo e ciò non s'impara; lo si ha dentro di sé. Il neorealismo consiste nel seguire un essere umano con amore, in tutte le sue scoperte, in tutte le sue impressioni.È un essere minuscolo dentro qualcosa che domina e che, all'improvviso, lo colpirà terribilmente nell'istante preciso in cui si sente libero e non se l'aspetta. Ciò che ha importanza per me è questa aspettativa; bisogna svilupparla, lasciando intatta la caduta.
(Roberto Rossellini, in "Cinema Nuovo" n.70, 10 novembre 1955) 

Un film come Paisà aveva tutti i modi della felicità (espressiva, si intende) con cui una cosa avvertita è irresistibilmente offerta per come era stata avvertita. Questa sua forza d'impulso, di spinta iniziale, faceva approdare l'opera alla sfera della coscienza, senza alcun ricorso a particolari sottolineature. Agiva sulla coscienza, risultando coscienza esso stesso, dopo aver preso l'avvio di una voglia di dire, da un bisogno da raccontare.
(Vittorio Sereni in "Cinema Nuovo) n.8, 1 aprile 1953) 

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