lunedì 12 maggio 2014

Rivoluzione e Ribellione

Rivoluzione e ribellione non vanno considerate sinonimi. la prima consiste in un rovesciamento dello status quo, dell'ordine costituito ed è quindi un atto politico e sociale. La seconda ha, sì, come inevitabile conseguenza, una trasformazione dello stato di cose esistente, ma non nasce di qui bensì dall'individuale scontento degli uomini; non è una rivolta armata ma un insorgere di individui, un ribellarsi, senza alcun pensiero delle conseguenze che ne potranno derivare. La rivoluzione mira ad una organizzazione nuova; la ribellione ci porta a non lasciarci più organizzare, ma ad organizzarci da soli come vogliamo, e non ripone fulgide speranze nelle istituzioni. Non è una lotta contro l'ordine costituito perché, se essa ha successo, l'ordine costituito crolla da sè. Se il mio scopo non è rovesciare un ordine costituito ma innalzarmi al di sopra di esso, il mio proposito e le mie azioni non sono politici e sociali ma egoistici. La rivoluzione ci comanda di creare istitituzioni nuove, la ribellione di sollevarci o di innalzarci.

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