Il critico Cornelius si reca nella villa del celebre violoncellista Felix per scrivere la biografia del maestro. Incontra qui le donne che l'artista ha amato, ma non riesce a comunicare con nessuna. Felix muore nel momento in cui si accinge a suonare una composizione musicale scritta del critico.
Tutti gli artisti ma non gli autori, dovrebbero essere invisibili. Ciò renderebbe l'arte più igienica, sempre che si voglia ritenere questo un successo. Adesso (e in fondo in tutti questi ultimi anni) trovo il gusto dell'artista, di piazzarsi vicino alla propria opera d'arte e darne commenti, come un illecito intromettersi in ciò che è diritto dei critici e anche nella possibilità che il pubblico ha di provare ciò che vede, o ascolta o comunque sente. La gente si mangia l'opera d'arte, e l'artista ci si mette di buon grado di contorno.
(Ingmar Bergman nel catalogo di produzione "Ab Svensk Filmindustri 1964 -1965", Stoccolma 1965)
I rapporti umani hanno sempre una profondità misteriosa e propongono, appena si parta a esplorarli, una duplicità senza soluzione: dove l'amore e l'odio, la ripulsa e la voglia, la colpa e l'innocenza, si intrecciano in nodi tali, che ogni giudizio sul nostro prossimo si riduce, in realtà, a una presunzione o a un arbitrio. Da Shakespeare a Dostoevskij a Svevo, non è certo Ingmar Bergman il solo autore che sia stato tentato da un tale problema. Si capisce che, secondo natura, per certuni esso sarà motivo di passione e di pietà; e per altri - quali appunto Bergman - sarà quasi un freddo oggetto di analisi scientifiche. Ma in ogni caso, l'attenzione a questo problema è, in un artista, un segno di nobiltà e di impegno superiore. Si tratta difatti semplicemente del problema della coscienza morale: come dire, del problema fondamentale della persona umana.
(Elsa Morante, in "L'Europa Letteraria", n° 27, marzo 1964)
Nessun commento:
Posta un commento