Uno scout dell'esercito americano, Tom Jeffords, tenta di propria iniziativa di fare il mediatore di pace tra gli Apaches di Cochise e le istituzioni colonizzatrici dei bianchi, rappresentate dal generale Howard. Alla fine, si giunge all'accordo e alla conciliazione fra le due parti, ma rimane uccisa l'indiana Sonseeahray, moglie di Jeffords.
Lavorai per sfruttare nel modo migliore il soggetto, benché non avessi ancora completato la sceneggiatura. Avevamo qualcosa da dire con questo film. Desideravamo fare il primo film che mostrasse l'Indiano d'America come un essere umano con una dignità, un senso dell'onore,del coraggio, e anche con un villaggio e una vita di famiglia che comprendessero dolcezze, tradizioni, riti, che fossero simili a quelli dei popoli civilizzati del mondo intero.
(Delmer Daves, in "Etudes cinèmatographiques" n. 12-13, 1962)
Debra Paget (Sonseeahray), si mantiene nei limiti di una psicologia affettuosa, semplice e fanciullesca; e riesce così a darci una figura femminile molto attraente e quasi nuova. Jeff Chandler e James Stewart nelle parti del capo indiano (Cochise) e del cercatore d'oro (Tom Jeffords) sono ambedue efficaci, seppure in un clima umanitario e convenzionale. La regia è misurata, calma, attenta, senza colpi di scena né troppe cavalcate dei "nostri".
Alberto Moravia, in "L'Europeo", 21 gennaio 1951)
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