lunedì 2 novembre 2015

TONI di Jean Renoir


L'italiano Toni è uno degli operai stranieri immigrati che nel Sud della Francia lavorano nella costruzione della ferrovia. Già amante di Marie, sua padrona di casa, egli si innamora della spagnola Josepha, la quale sposa il capo operaio Albert, che l'ha violentata. Dopo due anni, Toni lascia Marie, che tenta il suicidio, e convince Josepha a lasciare il marito. Costei però scappa con il cugino e uccide Albert che la insegue. Toni sotterra il cadavere, si accusa dell'omicidio e viene ucciso dalla polizia, nonostante Josepha si sia costituita.

"La nostra ambizione era che il pubblico potesse immaginare che una macchina da presa invisibile avesse filmato le fasi di un conflitto senza che gli esseri umani trascinati inconsciamente in questa azione se ne fossero accorti. Non era probabilmente il primo a tentare un'avventura del genere, né l'ultimo. In seguito il neorealismo italiano doveva portare il sistema alla perfezione. All'epoca di Toni i grandi successi del cinema francese si fondavano sull'imitazione del teatro Boulevard. Era naturale che sentissi una forte tentazione di opporre a questi artefici la rappresentazione di un fatto di cronaca nel suo autentico ambiente naturale".
(Jean Renoir, in Cinema Nuovo n.87, 25 luglio 1956)

"Toni era in apparenza uno dei tanti studi di maniera sulla vita provenzale, ma andava al di là del costume e dell'ambientazione locale, e sapeva evocare con precisione e incisività tutte le passioni celate fra le pieghe della tradizione e dell'abitudine. In questo film, la natura era un elemrnto vivo e presente; e la vita intima dei personaggi era concretata in soluzioni e osservazioni non dissimili da quelle geniali di Murnau, Sjostrom, Pudovkin, Vidor. Toni era un saggio di composizione cinematografica nel senso più pieno della parola.
(Richard Griffith, in Paul Rotha e Richard Griffith, Storia del cinema, Einaudi, Torino 1964)

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